L’uomo di fronte ai limiti della condizione umana
La biologia è diventata sempre più centrale e i suoi avanzamenti sono talmente rapidi che è difficile tenergli dietro. Il problema, certamente più serio, è l’imminente modificazione genetica del nostro genoma.
Tecnicalmente siamo quasi in condizione di farlo e prima o poi succederà, ma questo pone seri problemi biologici e etici, soprattutto perché la procedura potrebbe non essere reversibile.
È possibile il superamento dei limiti naturali della condizione umana attraverso l’uso degli strumenti tecnologici, in modo da potenziare l’uomo aumentandone artificialmente le capacità?
Quale il ruolo di neuroscienze e bioetecnologie?
Cosa significa parlare di genetica, di ingegneria genetica, di nanotecnologie …?
La genetica sfida le nostre certezze, mette in questione l’idea stessa di essere umano, il rapporto con la corporeità e con la vita, la possibilità dell’uomo di avere “la vita tra le mani”…?
Occorre procedere con molta attenzione e lungimiranza su questi temi. E data l’importanza della questione, i cittadini di tutto il mondo dovrebbero discutere e partecipare a queste scelte.
Programma | sabato 9 giugno 2018
9.30 – 13.00
introduce BIAGI Lorenzo, Fondazione Lanza, Segretario generale
relatori
• Postumanesimo: tra biotecnologie e biosicurezza
BENANTI Paolo, Università Pontificia Gregoriana, Roma
• Neuroscienze e nuova bioetica
BONACCORSO Giorgio, Istituto di Liturgia Pastorale di Santa Giustina, Padova
14.00 – 16.30
Work App • Biobanche e tecnologie emergenti
• CAENAZZO Luciana, Università di Padova
• SIMONATO Lorenzo, Università di Padova
coordinatori
BERTIN Germano, giornalista
BON Giuseppe, Operatore Sanitario
GASPARETTO Alessandra, Bioeticista
POZZATO Alex, Bioeticista
SANDONA’ Leopoldo, Bioeticista
Ambiente e Salute. Prevenzione e stili di vita
Ormai il mondo è diventato una “casa comune” e sentiamo il bisogno di puntare ad una vita buona per tutti, ad un benessere globale.
Questo benessere globale è possibile soltanto dentro un nuovo concetto di “sviluppo globale”, ma non lo sviluppo come quello che fino ad oggi abbiamo, perché i dati concreti ci dicono che esso non è più sostenibile.
Dobbiamo orientarci a un processo di cura e di umanizzazione che non degradi il pianeta e che mediante un intreccio armonico consegua il benessere per tutti e sia rispettoso tanto della natura quanto degli uomini e dei popoli.
Programma
9.30-13.00
interventi di introduzione al tema a cura di
• Curi Umberto, Professore emerito di Storia della filosofia, Università di Padova
Parole (e fatti) di cura nell’ottica di una nuova bioetica (mutazioni climatiche, ambiente urbano, fisico e sociale, inquinamento …)
• Russo Francesca, Regione Veneto Prevenzione Sicurezza alimentare Veterinaria
Prevenzione e stili di vita: prendersi cura di sé, dell’ambiente, della salute (i concetti di rischio/pericolo ambientale, sanitario…, prevenzione, principio di precauzione e responsabilità, etica intergenerazionale, … i non umani)
14.00-16.30
WorkApp Educazione alla salute e nuovi stili di vita
Molta parte delle nuove sfide bioetiche si gioca sul coinvolgimento dei cittadini e delle comunità, su una crescita di informazione, formazione e partecipazione. La competenza etica deve diventare parte integrante del bagaglio morale delle persone e delle comunità, assieme alla consapevolezza di dover intraprendere nuovi stili di vita legati alla responsabilità del cambiamento personale e dell’organizzazione della vita nostra vita sociale.
Lo stile di vita è sempre più un insieme di buone pratiche di vita legate alla prevenzione, alla coscienza delle conseguenze delle nostre scelte ed azioni, alla relazione intergenerazionale e al futuro della vita nel suo complesso.
intervento di introduzione ai lavori di gruppo a cura di
• Vazzoler Marina, Regione Veneto, Prevenzione, Sicurezza alimentare, Veterinaria
Ambiti tematici: Aria, Acqua, Suolo, Alimentazione
Sabato 14 aprile 2018 | Fond. Lanza, Padova – Via Dante 55
Persone migranti e nuova bioetica: quale relazione?
Quali principi etici in un’ottica globale?
La bioetica tradizionale si sta evolvendo verso un approccio più ampio che interessa le persone in tutto il mondo e che si concentra sui nuovi problemi globali.
Oggi si richiede una visione nuova e più ampia della bioetica che sia anche in grado di criticare il contesto sociale, economico e politico che produce gli attuali grandi problemi globali.
Le domande che emergono ed esigono di essere affrontate sono importanti e complesse:
> multiculturalismo e migrazioni: quale la relazione con i temi della bioetica?
> ci sono e quali sono le malattie causate da flussi migratori?
> quali i problemi etici che emergono nella gestione dei “nuovi pazienti”?
> come possono essere affrontate le tematiche di genere?
> come riequilibrare il rapporto uomo-donna nelle diverse culture?
> e l’accesso alle risorse sanitarie come è possibile affrontarlo senza causare nuove diseguaglianze e/o disparità di risorse?
Sabato 10 marzo 2018 | Incontro aperto anche al Pubblico
ETICA DELL’ORGANIZZAZIONE SANITARIA
Un elemento di ulteriore complessità concerne oggi il ruolo delle istituzioni sanitarie e le modalità con cui vengono organizzate e gestite (dalla conduzione dei servizi alla distribuzione del personale e così via), non ultimo in riferimento alle risorse stesse e ai diritti sociali.
Spesso si coagulano su questi punti veri e propri conflitti tra organizzazioni e cittadini, in cui si trovano frustrati tanto gli intenti degli operatori che le richieste dei cittadini. Le istituzioni e le organizzazioni ricavano il loro significato dall’essere i luoghi che danno corpo e concretezza agli orientamenti etico-sociali per una buona coesione sociale.
Da tutto ciò alcuni interrogativi: l’etica nell’organizzazione sanitaria esiste oppure è lasciata ai singoli? Le istituzioni sanitarie: tra nuove emergenze e “terrorismo ragionieristico”: verso quale welfare? Nuovi problemi di bioetica e giustizia sociale: quali i vantaggi dell’etica? Quali ricadute di buona comunicazione e di permeazione dell’etica nella scelta delle risorse?
Programma
9.30 – 13.00 | Parte prima
9.30 | introduzione: BIAGI Lorenzo, Fondazione Lanza
9.45 | relazioni
• FLOR Luciano
Direttore Generale Azienda Ospedaliera di Padova
• REBBE Vincenzo
Ordinario di Scienza delle Finanze, Dipartimento di Scienze
Economiche e Aziendali “M. Fanno”, Univ. di Padova
12.15 – 13.00 | in dialogo con i relatori
14.00 – 16.30 | Work App | Sessione riservata agli iscritti
L’organizzazione sanitaria
Quali le nuove esigenze del cittadino? Quali i diritti, i doveri, i costi?
coordinatori
BERTIN Germano, giornalista
BON Giuseppe, Operatore Sanitario
GASPARETTO Alessandra, Bioeticista
POZZATO Alex, Bioeticista
SANDONA’ Leopoldo, Bioeticista
L’uomo che soffre, l’uomo che cura
Nel nostro mondo della vita siamo entrati in un rapporto nuovo anche con il soffrire e con le dinamiche della cura e della guarigione.
Spesso si concentrano domande e bisogni complessi e confusi. Si accrescono le aspettative nei confronti della cura medica e delle sue tecniche.
Non sempre le nostre attese trovano soddisfazione, o perché sono sproporzionate oppure perché in realtà è la relazione interpersonale che si è impoverita e complicata.
Forse siamo chiamati a riordinare e a condividere con maggiore pazienza e informazione sia il nostro immaginario sulla salute e sulle cure, sia a trovare nel dialogo e nella condivisione tra tutti i soggetti la via più saggia e più umanizzante.
Programma
9.30-13.00 interventi a cura di
• La cura tra umanizzazione e tecnicalizzazione | Tommasi Roberto, Preside Facoltà Teologica del Triveneto
•Il malato tra incurabilità e inguaribilità | Barbisan Camillo, Servizio di Bioetica, Azienda Ospedaliera di Padova
14.00-16.30
WorkApp Il dolore: come affrontarlo? Esperienze di etica applicata
intervento di introduzione ai lavori di gruppo a cura di
• Bonetti Marco, Servizio Qualità e Sicurezza del Paziente, Azienda ULSS 6 Reg. Veneto
coordinamento dei gruppi di lavoro a cura di
•BERTIN Germano, Bon Giuseppe, Gasparetto Alessandra, Pozzato Alex, Sandonà Leopoldo
LA VITA CHE FINISCE: dilemmi e potenzialità
Di solito ritorna nei discorsi e dibattiti il tema dell’eutanasia, che di per sé indica solo una morte dolce o buona, ma nell’uso comune di oggi comprende realtà diverse fra di loro e un gran numero di problemi concreti sul piano medico e su quello morale.
La questione di fondo riguarda anzitutto il mutamento di senso che ha investito il nostro rapporto con il morire e con la morte. Occorre penetrare in questa mutazione.
Le novità inoltre di alcune conoscenze scientifiche e tecnologiche, e di nuove legislazioni, ci chiedono di essere più informati e più consapevoli. Infine, anche i luoghi e le pratiche di accompagnamento al morire si sono trasformati e anch’essi ci chiedono una crescita sociale, civile, morale e interpersonale.
PROGRAMMA | SCUOLA di BIOETICA | Terza Giornata di Formazione
9.30-13.00 interventi a cura di
• Giantin Valter, Azienda Ospedaliera Padova
• Poles Giovanni, Unità Op. Complessa Cure Palliative, AULSS 3 Serenissima Venezia
14.00-16.30 WorkApp Bioetica di fine vita
intervento di introduzione ai lavori di gruppo a cura di
• Marin Francesca, Filosofia morale e Bioetica, Università di Padova
coordinamento dei gruppi di lavoro a cura di
• Bertin Germano, Bon Giuseppe, Gasparetto Alessandra, Pozzato Alex, Sandonà Leopoldo
Impresa, finanza, assicurazioni: una sinergia vincente, a vantaggio di tutti e di ciascuno
(di Susanna Celi, CEO Swissdacs Group e Alfredo Spadaro, President CEO Swissdacs Group
Il progetto denominato Easybond , è un sistema che supporta il mondo del credito attraverso strutturazioni assicurative innovative finalizzate a favorire la liquidità, indispensabile alla vita delle imprese.
Il know how necessario alla costruzione del core business, attinto da molteplici àmbiti di conoscenza, ha determinato la creazione di una nuova professionalità trasversale, che media tra i settori finanziario, assicurativo, economico e normativo.
Dal confronto con parti istituzionali di livello internazionale e nel riscontro con il mercato, sappiamo che fino ad ora nulla è stato ideato con questa prospettiva. Ci auguriamo che questo sistema possa diventare presto uno standard a vantaggio di tutte le imprese.
Dare respiro alle imprese
Negli anni immediatamente successivi alla crisi finanziaria del 2008, al conseguente credit crunch e alla concomitante crisi economica che ne derivò, ci ponemmo la questione di come si sarebbe potuti intervenire per dare respiro alle imprese sempre piú strette nella morsa della situazione.
Partivamo forti di alcuni princípi per noi fondamentali su cui si è sempre basata la nostra azione imprenditoriale:
• l’economia deve rispondere a bisogni reali del mercato e non crearne di indotti;
• il buon gesto economico deve permettere a tutte le parti coinvolte di ottenere il proprio utile: il fornitore, il giusto guadagno; il cliente, la soddisfazione in relazione al bene o servizio ricevuto a fronte di un costo equo;
• l’imprenditore deve avere la capacità di creare fonti di reddito originale, nel senso di nuovo, per far evolvere il mercato in base alle esigenze che questo esprime; deve saper usare adeguatamente le risorse a propria disposizione, massimizzandone le potenzialità senza alcun spreco o sfruttamento incondizionato, privilegiando la conoscenza e l’esercizio della propria intelligenza quali risorse illimitate, condivisibili e generatrici di valore aggiunto; deve avere, inoltre, consapevolezza assoluta del tempo come risorsa infungibile per sé e per gli altri.
E in quanto operatori nel settore eravamo e siamo fermamente convinti che:
• il mondo finanziario e assicurativo non debba ritenersi un’entità astratta a sé stante, fuori dal controllo umano e pertanto ingovernabile e da demonizzare, ma in quanto composto esso stesso da imprese gestite da persone, debba rispondere a finalità di mercato nel rispetto di norme etiche precedentemente date;
• la finanza debba avere un ruolo sussidiario rispetto all’economia reale e non un intento speculativo preminente;
• l’assicurazione, nella sua essenza solidaristica, debba affiancare le imprese nell’assunzione del rischio, aiutando queste ultime nel discernere il buon rischio d’intrapresa dall’azzardo.
In quell’epoca eravamo ancora in Italia a capo di una nostra società attiva nel campo del risk management e assicurativo e, attraverso un organismo di network e ricerca da noi coordinato1, cominciammo a monitorare sia il mercato bancario sia il mercato assicurativo in relazione al mondo dell’economia reale, per coglierne le discrasie, verificarne le congruità con i bisogni effettivi delle imprese ma, soprattutto, per individuarne potenzialità nuove non sfruttate.
La ricerca si focalizzò su alcuni punti con particolare attenzione alle ricadute nell’area europea, quali:
• la globalizzazione dei mercati e il conseguente radicale cambiamento nella distribuzione della produzione, dei servizi e del consumo;
• la definitiva rottura degli equilibri su cui si reggevano economia e finanza mondiali;
• la finanziarizzazione dei mercati, la successiva crisi finanziaria, le bolle immobiliari con progressiva perdita del valore degli assets di capitale, la conseguente crescente contrazione del credito;
• la perdita da parte delle banche, per la crisi di fiducia ingeneratasi, del ruolo di garante dell’economia reale, spesso divenuto prevalente sul ruolo primario di raccolta e gestione del risparmio e finanziamento delle imprese;
• il mondo molto compartimentato delle assicurazioni e spesso conservatore soprattutto nell’area continentale europea, focalizzato prevalentemente su mercati tradizionali anche nell’ambito del credito e delle garanzie;
• gli interventi dei vari organismi internazionali e nazionali per ridare stabilità al mercato, in particolare le successive emanazioni della Bank for International Settlements (BIS) con gli Accordi di Basilea II e III (Basel II e Basel III);
• le emanazioni dei diversi regolatori.
Il risultato dell’indagine ci indirizzò nel dare soluzione a una delle esigenze che emergevano sempre piú pressanti del mercato globale: la capacità di dare credito, la capacità di ottenere credito, in una parola la liquidità.
Dare credito in modo sicuro ed efficace
Nel 2012 lasciamo l’Italia e ci trasferiamo in Svizzera dove fondiamo la nostra prima società2, con l’intento di realizzare un progetto atto a soddisfare questo bisogno vitale per l’economia.
La scelta della Svizzera come Paese primo ove intraprendere la costruzione dell’idea, emergeva da un’attenta valutazione. La Svizzera, infatti, non fa parte dell’Unione Europea, ma si trova nel cuore dell’Europa, quindi offre un punto di osservazione privilegiato; è un Paese liberale, economicamente sano sia a livello pubblico che privato; ha un assetto finanziario e una piazza bancaria di primaria importanza a livello globale; è tra i Paesi al mondo piú assicurati e ha un apparato assicurativo di tradizione, fortemente conservativo e rigidamente normato; ha strutture scolastiche di qualità con centri di eccellenza in àmbito di istruzione superiore e ricerca.
I due anni successivi vengono interamente dedicati alla ricerca e alla formazione, durante i quali entriamo ufficialmente a far parte del sistema assicurativo-finanziario svizzero con l’iscrizione al registro FINMA (Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari) e, sempre con la focalizzazione nel dare una soluzione innovativa al problema della liquidità sul mercato, continuiamo lo studio in team e approfondiamo conoscenze nei quattro settori chiave: assicurativo, finanziario/bancario; imprenditoriale; regolamentativo.
In sintesi:
• affrontiamo comparativamente i primi due settori assicurativo e finanziario/bancario, analizzandone i rispettivi linguaggi, l’offerta, le potenzialità, i limiti e i quadri normativi di riferimento per verificarne compatibilità e poter innovare il segmento di mercato di entrambi;
• nel settore assicurativo analizziamo e studiamo i prodotti e i servizi offerti dai singoli players, il loro posizionamento di mercato, i loro appetiti di mercato, sottoscrivendo accordi con le maggiori Compagnie a livello europeo;
• nel settore bancario studiamo i prodotti finanziari disponibili, le strutturazioni dei finanziamenti, la costruzione di costo dei finanziamenti, le differenze tra banche in relazione alla classificazione bancaria (standard, IRB base e avanzato) e le sue conseguenze in relazione ai parametri di rischio e capitale; studiamo la normativa emanata dalla BIS in particolare gli Accordi di Basilea II e Basilea III e successivi ampliamenti e recepimenti a livello di Comunità Europea e singoli Paesi, per verificare la possibilità per gli strumenti assicurativi di essere fattore di mitigazione del rischio di credito; entriamo in contatto diretto con il Comitato di Basilea e con gli organi di controllo e le Banche Centrali di alcuni Stati;
• in relazione ai parametri per l’eleggibilità delle polizze assicurative come fattore di mitigazione del rischio di credito per le banche, affrontiamo il quadro delle ECAIs relativo all’attribuzione dei ratings, ed entriamo in contatto diretto con le maggiori agenzie internazionali, tra le quali Moody’s, Standard & Poors, AM Best.
La sfida era quella non di spostare liquidità già esistente da un settore all’altro per compensare a seconda delle maggiori esigenze del mercato, come fino ad allora era avvenuto, ma di trovare un sistema innovativo per generarne di nuova.
Il concetto di liquidità a cui ci riferivamo era da noi concepito nella sua interezza in quanto elemento necessario a un’impresa per affrontare tutto il processo produttivo nelle sue distinte fasi.
La capacità finanziaria preventiva
Un’impresa, infatti, è in posizione di emettere fattura quando il suo prodotto è pronto per essere fornito. Ma in una linea temporale ideale l’impresa deve avere una capacità finanziaria preventiva per essere in grado di operare, essa deve cioè colmare il divario temporale necessario per ottenere materiali di base, servizi, forza lavoro, sostenere i costi operativi e altri tipi di spesa fino a raggiungere lo stato di fatturazione.
Durante tale periodo l’impresa può solo contare sulla propria capacità finanziaria. Ove il divario temporale fra fatturazione e ricezione del relativo pagamento può essere risposto tramite finanziamenti bancari ad hoc, factoring o polizze assicurative del tipo “singolo rischio”, “rischio selettivo”, “intero fatturato”, eccedenza di perdita, top up, rimaneva aperto il problema di come rispondere alla necessità di liquidità fra l’inizio delle fasi operative e il raggiungimento dello status di fatturazione, ossia nel momento in cui un’impresa è piú vulnerabile e deve sostenersi con le proprie forze.
Non diverge per un’impresa commerciale o di servizi, che deve comunque performare prima di fatturare e a propria volta deve preventivamente farsi carico di determinati costi reali d’acquisto.
Se da un lato, dunque, dovevamo rafforzare e incrementare gli strumenti già esistenti, dall’altro dovevamo rispondere al problema irrisolto per cui il mondo assicurativo/finanziario non aveva ancora una soluzione strutturale.
L’analisi comparativa dei due settori assicurativo e bancario, nella loro rispettiva azione verso le imprese, ci condusse a una constatazione rilevante: entrambi i soggetti applicavano modalità di analisi di merito di credito e indici di valutazione basati sui bilanci, la storia creditizia, il posizionamento sul mercato, la forza del prodotto e altri aspetti significativi, ove tuttavia i parametri generali erano simili, ma non uguali.
Constatammo che mediamente il margine di differenza di valutazione, se combinata, tra i due sistemi, poteva generare un incremento tra il 20% e il 25% di bontà creditizia per i soggetti valutati, il che poteva significare un altrettanto aumento percentuale del volume globale dei prestiti bancari a favore delle imprese.
La domanda allora era perché questo vantaggio che poteva derivare dal combinare gli indici di merito di credito bancario e assicurativo non fosse sistematicamente sfruttato a beneficio dell’economia reale.
La risposta ci venne dall’analisi dei rispettivi linguaggi dei due settori bancario/finanziario e assicurativo.
Pur collegati da un comun denominatore, ossia la valutazione e la gestione del rischio, ciascun attore, banca o assicurazione, si attende infatti che l’altro comprenda, interpreti, applichi i tecnicismi della controparte e sia nei confronti flessibile. La conseguenza è che la sinergia tra i due mercati nel tempo è risultata essere del tutto marginale anche nella situazione di migliore collaborazione dei due settori.
Pertanto, per arrivare ad addizionare i vantaggi del merito di credito attribuito a un soggetto imprenditoriale rispettivamente da una banca/istituto di credito e da un’assicurazione, bisognava compiere innanzitutto un’operazione di “traduzione concettuale bidirezionale” del tecnicismo dei due settori.
Intanto, analizzavamo e sondavamo tutte le possibilità offerte dal mondo assicurativo a livello globale. Decidemmo di reperire ogni prodotto che potesse intervenire nella copertura del rischio di credito, attingendo anche a settori assicurativi non tradizionali e concependo il loro utilizzo in modi completamente innovativi rispetto alle usuali applicazioni.
Innovazione e vantaggio competitivo
In contemporanea, esaminando il mondo del credito nella sua operatività, nell’offerta ai clienti, nei limiti dati dal quadro normativo con riferimento alle emanazioni degli Accordi Basilea II e III, verificavamo in che modo fosse possibile un intervento mirato e innovativo del mondo assicurativo su di esso, mantenendo un vantaggio competitivo per tutte le parti coinvolte: compagnie assicurative, banche/istituti finanziari, imprese.
Con l’utilizzo di fonti scientificamente accreditate, mantenevamo costantemente sotto osservazione l’evoluzione finanziaria internazionale, con un’attenzione prevalente per l’area europea, monitorando il crescente credit crunch e valutando la serie di concause che apparivano determinarlo, le quali molto spesso si ravvisavano causa ed effetto di se stesse in un circolo vizioso stagnante e all’interno di un quadro economico e finanziario in progressivo deterioramento, tra le piú evidenti:
• l’indebitamento di molte banche a valle della crisi finanziaria;
• l’abbassamento graduale del merito di credito di molte imprese vittime della crisi economica;
• il deterioramento di alcune tipologie di garanzia per accedere al credito, ad esempio le ipoteche per effetto del deprezzamento del mercato immobiliare;
• il venir meno di alcuni soggetti garanti consortili a sostegno delle imprese;
• la minor circolazione di capitali e la contrazione del risparmio privato.
L’obbligo, inoltre, di rispondere ai parametri indicati dall’Accordo di Basilea III da parte delle banche con l’innalzamento del capitale da detenere (dall’8 al 10.5% del patrimonio entro il 2019) per aumentare la stabilità del sistema e la sua capacità di assorbire le perdite, determinava e continua a determinare costi di adeguamento tali da generare anche effetti restrittivi sull’erogazione del credito.
A oggi il sistema bancario internazionale deve, infatti, confrontarsi e allinearsi con il Basel III e successive integrazioni e si sta già parlando di un Basel IV.
In àmbito comunitario europeo i contenuti del Basel III sono stati trasposti in due atti normativi, recepiti poi a livello di singoli Stati nelle rispettive legislazioni, ossia:
• il Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 (CRR), che disciplina gli istituti di vigilanza prudenziale del Primo Pilastro e le regole sull’informativa al pubblico (Terzo Pilastro);
• la Direttiva 2013/36/UE del 26 giugno 2013 (CRD IV), che riguarda, fra l’altro, le condizioni per l’accesso all’attività bancaria, la libertà di stabilimento e la libera prestazione di servizi, il processo di controllo prudenziale, le riserve patrimoniali addizionali.
L’analisi del quadro normativo riferito al mondo bancario ha occupato una parte sostanziale nello sviluppo del progetto Easybond , non solo per la complessità dell’insieme, la gerarchia delle fonti nonché la messe ponderosa dei documenti da esaminare (normativa internazionale, comunitaria europea, nazionale per singolo Stato, …), ma anche per l’evoluzione celere della materia in relazione alle esigenze sopravvenute con la crisi finanziaria e i successivi rischi sistemici da affrontare da parte delle relative autorità competenti.
Da parte nostra bisognava verificare che tale quadro permettesse o non escludesse l’utilizzo di strumenti assicurativi a sostegno del credito nella concezione innovativa prospettata nel sistema Easybond , verificando in parallelo la costante compatibilità con le norme che governano il settore assicurativo, e questo a livello sovranazionale e per ciascun Paese di interesse:
• asseverato, dunque, che tra gli strumenti atti alla mitigazione del rischio di credito ovvero capaci di alleggerire l’accantonamento di riserva di capitale, contemplati nel Basel II e III e successivi interventi, sono annoverate anche le garanzie personali emesse da società che dispongono di una valutazione del merito di credito di un’ECAI;
• tenuto conto che l’assicurazione può assumere rischio in virtú della sua regolamentazione e organizzazione al di là dei limiti del mondo bancario, per effetto anche delle potenzialità di ridividere lo stesso sul mercato grazie al meccanismo della riassicurazione; e che tuttavia la stessa non può intervenire su rischi di finanza astratta (es. credito per cassa), ma solamente sul credito finalizzato ad operazioni commerciali sottostanti;
• riscontrati l’allineamento delle polizze assicurative ai requisiti enunciati dalle fonti normative per essere configurate nella categoria di garanzie personali quali strumenti di mitigazione del rischio di credito, essendo rispondenti ai dettati; e la potenzialità delle stesse di incidere sulla riduzione dell’accantonamento frazionale di capitale proprio di un ente bancario se emesse da società assicurativa dotata di valutazione di merito di credito di un’ECAI;
appuravamo che le polizze assicurative sono strumento adeguato alla mitigazione del rischio di credito e possono incidere, conformemente ai diversi metodi di valutazione del rischio applicati dall’ente bancario (Standard, IRB base o IRB avanzato), sulla riduzione della riserva frazionale di capitale proprio prevista per legge.
A questo punto si trattava di dimostrare l’economicità e il vantaggio competitivo che il cliente banca e il cliente impresa avrebbero ottenuto nell’utilizzare il sistema Easybond .
Per far ciò bisognava studiare comparativamente il costo della polizza assicurativa con il costo del credito in relazione ai meccanismi dell’operazione commerciale sottostante, per verificare in una casistica quanto piú lata possibile l’incidenza sull’utile della banca in relazione ai finanziamenti concessi, fatto salvo il margine di guadagno per l’assicurazione e un equo costo per l’impresa a fronte di una maggiorazione del credito.
Per una piú efficace operatività
Poiché normativamente nell’accettazione delle garanzie personali, a cui le polizze assicurative vengono assimilate, rileva che l’entità emittente sia in possesso di un rating emesso da un’ECAI; e poiché la classe di rating espressa ha un valore determinante nella percentuale di incidenza dello strumento garanzia nella diminuzione della riserva frazionale da capitale proprio a cui una banca è tenuta per ogni credito concesso e ciò conseguentemente incide nella formazione dei costi; nella costruzione del progetto Easybond dovemmo infine approfondire anche la conoscenza del mondo degli ECAIs, della normativa che li governa, dei meccanismi di attribuzione dei ratings e il valore di utilizzo degli stessi previsto dal legislatore (sia in sede sovranazionale che nazionale).
Procedemmo cosí nell’affrontare insieme a partners bancari e assicurativi una serie di casi di studio, dove ci confrontammo nella formazione del prezzo di operazioni di finanziamento backuppate da strumenti assicurativi, vagliando contemporaneamente, oltre alla conformità competitiva del costo finale, i vantaggi qualitativi che l’applicazione del sistema Easybond poteva aggiungere a tutti i players coinvolti: assicurazioni, banche/istituti finanziari, imprese.
Il risultato apparve comprovatamente positivo: non solo venivano migliorati i margini di maggior utile e minor costo per tutti i players coinvolti ma, a fronte di una maggior disponibilità di liquidità fresca per il sistema, veniva migliorata anche l’operatività delle diverse parti.
In sintesi i vantaggi possono cosí descriversi:
a) per le imprese finanziate:
• maggiore sicurezza nelle vendite;
• ottimizzazione dei costi e delle condizioni di acquisto;
• possibilità di strutturare acquisti a lungo termine;
• maggiore liquidità;
• costi ridotti di finanziamento per aumentata bontà creditizia data dalla copertura assicurativa;
b) per le banche/istituti di credito:
• copertura rischio di credito sia per insolvenza sia per ritardato pagamento (crediti incagliati);
• riduzione degli accantonamenti di capitale previsti dal Protocollo Basilea II e Basilea III per la capacità di mitigazione delle polizze assicurative sul rischio di credito;
• rimborso degli affidamenti con termini e tempi certi;
• margine di utile aggiuntivo sul finanziamento;
• marketing e miglior posizionamento sul mercato per utilizzo del sistema Easybond ;
per le assicurazioni:
• apertura di un nuovo settore di mercato: le banche/istituti finanziari, non piú concepiti come clienti di polizze tradizionali oppure canali di distribuzione dei prodotti assicurativi per la propria clientela, ma sottoscrittori di polizze a tutela del credito concesso per operazioni commerciali.
Nella seconda metà del 2015 il nostro progetto imprenditoriale è pronto. Lo definiamo un sistema di ingegnerizzazione del rischio finanziario. Easybond viene registrato presso l’EUIPO-European Union Intellectual Property Office e presso l’IGI/IPI Istituto Federale della Proprietà Intellettuale – Svizzera.
In una versione multilingue pubblichiamo nella sua completezza il pannel dei prodotti del sistema Easybond , attraverso la gestione dei quali il nostro team crea ogni volta costruzioni personalizzate per le esigenze di ogni cliente. Il fattore chiave risiede nel know how necessario a far dialogare i quattro settori in contemporanea: il settore assicurativo, il settore finanziario/bancario, il settore imprenditoriale, il settore regolamentativo. La professionalità è nuova.
Viene perfezionato il software Easybond di supporto operativo al sistema, già strutturato nella sua costruzione essenziale, leggero e aperto per un progressivo costante perfezionamento anche in relazione alla connettività con i protocolli operativi di ciascuna assicurazione o banca/istituto finanziario coinvolti a favore del finanziamento delle imprese per i loro progetti di economia reale, affiancato da un secondo software proprietario denominato Riskdacs 3 di nostra ideazione a supporto della valutazione del rischio imprenditoriale.
Nel 2016 inizia la presentazione del sistema Easybond al mercato, a cominciare da Austria, Italia, Svizzera, Germania, Slovenia, Inghilterra, Spagna, privilegiando in un primo momento, date le sue potenzialità strategiche a livello sistemico, una presentazione istituzionale prima di intraprendere un’operazione tradizionale di marketing.
La reazione delle istituzioni contattate e delle banche/istituti di credito approcciati direttamente è immediata e di assoluto interesse. Alcune banche hanno già sottoscritto mandati per l’utilizzo del sistema, studiando i prodotti della piattaforma e la loro applicabilità in relazione a specifiche esigenze, altre banche sono in diversi stadi di analisi, studio applicativo, revisione legale. Associazioni di categoria e agenzie di sostegno pubblico alle imprese in alcuni casi hanno già firmato accordi di utilizzo del sistema Easybond a favore dei loro associati, altre sono in avanzato stato di trattativa.
La reattività verificata in ogni Paese approcciato è prova dell’assoluta rispondenza del sistema Easybond alle necessità del mercato globale. La potenzialità di domanda (banche/istituti finanziari e, a cascata, imprese finanziate) è ben oltre le possibilità di rispondenza delle assicurazioni, quindi lo spazio di movimento è enorme e includente per tutti i “competitors”.
Una soluzione alla liquidità
Ora possiamo oggettivamente sostenere che Easybond dà in maniera dimostrata una soluzione significativa al problema della liquidità, permettendo sia alle banche una maggiore e migliore gestione del credito sia alle imprese una accresciuta possibilità di ottenere credito per aumento della loro bontà creditizia attraverso l’assicurazione.
Si tratta di un volano di business che coinvolge tutta la catena finanziaria/bancaria, assicurativa e imprenditoriale in un meccanismo trasparente che genera nuova liquidità, dal quale tutti, nella tutela dell’attuale severità normativa, possono trarre un vantaggio sia competitivo che economico.
Naturalmente siamo solo all’inizio e in continuazione veniamo a confrontarci con innumerevoli problemi, ad iniziare dalla difficoltà di spiegare e far recepire un sistema completamente nuovo ad un mercato consolidato come quello finanziario e assicurativo, dove il maggior pericolo è la tendenza dell’interlocutore a semplificare il concetto nei termini di quanto lui già conosce, smettendo di ascoltare e quindi di cogliere le eventuali opportunità di miglioramento.
La resistenza al cambiamento è un altro scoglio arduo, soprattutto in organizzazioni manageriali, in cui il timore del singolo ad assumersi la responsabilità di introdurre un’innovazione a fronte di un possibile insuccesso gioca un ruolo deterrente.
La necessità di rapportarsi con istituzioni di varia estrazione e livello, di affrontare nazioni diverse in condizioni differenti, con codici di comportamento e di lingua da rispettare, l’esigenza di immedesimarsi nella visione di ogni interlocutore per riuscire a cogliere la zona franca di contatto e comprensione reciproca, la capacità di intendere linguaggi settoriali tecnici, sono solamente alcune altre difficoltà che quotidianamente affrontiamo.
Ad oggi, la nostra struttura societaria si è evoluta e oltre alla Svizzera, abbiamo sedi in Austria e Inghilterra e corrispondenti in vari Paesi per poter seguire i nostri clienti in maniera globale ed essere allineati con le norme stringenti dei diversi Regolatori e Autorità di controllo dei mercati assicurativi e finanziari internazionali. Abbiamo optato per un’organizzazione leggera, flessibile, costruita sullo smart working e, poiché la nostra maggior risorsa è il know how, un’attenzione essenziale viene attribuita alle nostre risorse umane, la formazione delle quali è per noi un’altra sfida improba perché siamo consapevoli di dover innovare anche in questo settore.
Ci auguriamo di essere pionieri di un positivo contributo per l’economia e di un rinnovamento concreto per il mondo finanziario, o almeno ci proveremo ad oltranza.
Susanna Celi, CEO Swissdacs Group
Alfredo Spadaro, President CEO Swissdacs Group
1) Cfr.: Global Economic Network, www.globalplatform.co.uk.
2) Swissdacs GmbH Switzerland, ora capofila del Gruppo Swissdacs con sedi anche in Austria e Inghilterra e corrispondenti in altri Paesi dell’Unione Europea e extraeuropei. (www.swissdacs.com).
3) Cfr.: www.riskdacs.com
Professioni Accoglienza
Il momento storico-sociale che stiamo attraversando, con l’accavallarsi e il rincorrersi quotidiano di avvenimenti accelerati dalla comunicazione globale, sembra avere un tema di sottofondo che stentiamo ad assumere all’interno di una riflessione piú matura e ponderata. Non fatichiamo ad accorgerci che questo tema concerne l’incontro con l’altro. A differenza del secolo scorso che si è chiuso con una vasta riflessione sull’altro, accostata da diversi punti di vista, questo inizio del secolo XXI sembra essere incappato proprio nelle labirintiche difficoltà del rapporto con l’altro. La situazione politica, sociale, religiosa, ambientale ed economica di questo ultimo scorcio di tempo, continua a gettarci davanti (è il significato etimologico della parola “problema”) le interminabili sfaccettature e dimensioni dell’incontro con l’altro. Sembra che abbiamo smarrito irreparabilmente quanto evidenziava il grande antropologo Claude Lévi-Strauss: «La scoperta dell’alterità è quella di un rapporto, non di una barriera». Sembra, per l’appunto, che noi facciamo l’esperienza piú della barriera che del rapporto.
Per questo qualcuno inizia a mettere in cima alle sfide del secolo XXI la questione dell’incontro con l’altro. Non a caso, l’antropologo francese Marc Augé ha affermato che è urgente ripensare la nozione di frontiera in un’epoca che vorrebbe disfarsene: «la frontiera non dovrebbe essere vista come una barriera insuperabile quanto piuttosto come un confine che può e deve essere attraversato e, ancora, come un limite da rispettare perché definisce la distanza minima necessaria per essere veramente liberi». La nostra epoca non vuole saperne di frontiere, proprio perché pensa di ricostruire muri. E i muri chiudono il nostro sguardo verso l’altro, mentre la frontiera indica la presenza – possibile e imminente – dell’altro. E non si tratta solo di ripensare il senso delle frontiere geopolitiche, ma anche di quelle piccole frontiere quotidiane che tanto nel posto di lavoro quanto nelle relazioni familiari, sembrano presentare problemi crescenti.
Eppure, anche di fronte a dinamiche sociali che sembrano smentirlo, il principio chiave dell’essere umano può essere cosí riassunto: è interessandosi agli altri che si impara a conoscere sé stessi. Cercare di conoscere l’altro da sé, come ha affermato ancora Marc Augé, significa mettere alla prova la relazione – fra un individuo e gli altri – che sta al centro dell’identità sociale, ma anche personale. Migliorare questa conoscenza significa abbandonare l’isolamento, sia per quanto riguarda me stesso, sia per quanto riguarda gli altri. “Mai senza l’altro”, ha osservato Michel De Certau, cogliendo cosí la formula sintetica e la declinazione di questo principio antropologico fondamentale.
Chi è questo altro o, meglio, chi sono questi altri? Ryszard Kapuscinski, da quel grande osservatore e narratore che è stato, ha scritto che sono persone fatte da due parti spesso difficili da separare. Una è l’uomo uguale a noi, con le sue gioie e i suoi dolori, i giorni fasti e quelli nefasti, che teme la fame e il freddo, che sente il dolore come una sventura e il successo come soddisfazione e appagamento. L’altra, sovrapposta e intrecciata alla prima, è l’identità culturale e religiosa. Le due parti non appaiono mai distinte, allo stato puro e isolato, ma convivono influendo l’una sull’altra. Senza mai dimenticare che anch’io, infine, sono sempre un altro per gli altri.
L’accoglienza, pur tra mille difficoltà e contraddizioni, ma anche tra opportunità e creatività, sta diventando la cifra per affrontare la sfida di questo secolo, quella dell’incontro con l’altro. L’altro che viene da fuori, ma anche l’altro che abbiamo in casa, e che forse abbiamo “costruito” noi, magari perché disabile, svantaggiato, malato, carcerato … Sta di fatto che, a pensarci bene, non vi è professione che non abbia a che fare con l’altro, e non solo in quanto collega, ma anche come interlocutore, utente, cliente, cittadino. Le professioni di fatto hanno qui una opportunità decisiva per ripensarsi nel loro statuto, sociale, giuridico, economico e culturale. L’opportunità di ripensarsi dopo una stagione in cui sono state inghiottite dall’io che “si fa da sé”, che mira solamente alla prestazione remunerata, comunque vada e senza tante etiche, se non a parole.
Questo numero della rivista raccoglie, valorizzando soprattutto le esperienze in atto, una ricca espressione di stili e pratiche di accoglienza per poter riformulare lo spirito professionale che non di rado si è appannato non solo nei singoli, ma anche nelle organizzazioni. Proprio queste pratiche sembrano insegnarci che grazie all’accoglienza dell’altro possiamo ridare senso e valore a ogni professione che ci vede impegnati. E da qui riscoprirci dentro il progetto di costruzione di una umanità non piú ripiegata sull’io, ma valorizzata dal fatto di essere dentro un “noi”.
Lorenzo Biagi
La vita che nasce: dilemmi e potenzialità
La complessità che oggi caratterizza la nostra vita quotidiana coinvolge anche il momento dell’inizio vita, non solo in occidente, ma a livello globale.
Si rende necessaria una rilettura di tale complessità alla ricerca di chiavi di lettura capaci di andare a leggere e affrontare i dilemmi e le potenzialità dell’inizio vita, a partire dall’esperienza concreta di persone, comunità, operatori e istituzioni.
I temi aperti più sfidanti che stanno dinnanzi sono: la diagnosi prenatale, la procreazione assistita, la maternità surrogata, l’aborto.
La giornata formativa (2 dicembre 2017 | 9.30-16.30 c/o Fond. Lanza, Padova | Via Dante 55) proposta dalla Scuola di Bioetica promossa e organizzata dalla Fondazione Lanza insieme alla Rivista “Etica per le professioni” affronterà questi temi affidandosi alle riflessioni proposta dalla dott.ssa Mariateresa GERVASI (Ostetricia e Ginecologia, Azienda Ospedaliera Padova) e al supporto di approfondimento accompagnato da Alex Pozzato, Alessandra Gasparetto, Leopoldo Sandonà, Giuseppe Bon (equipe didattica Scuola di Bioetica | Fondazione Lanza – EPP)
La Scuola di Bioetica promossa dalla Fondazione Lanza e dalla Rivista Etica per le professioni offre la possibilità, attraverso un progressivo itinerario formativo, di implementare la qualità del discernimento su questioni di bioetica.
Grazie a una specifica e innovativa didattica, le diverse figure che conducono la formazione agiscono e si interfacciano tra loro e con i partecipanti secondo il modello dell’apprendimento di gruppo. Attraverso una costante e coinvolta interazione con i partecipanti, si punta alla valorizzazione delle differenti competenze professionali per orientarne l’agire nei rispettivi ambiti di responsabilità.
Finalità prioritaria della Scuola è offrire agli iscritti un metodo di apprendimento e un modello didattico che li renda idonei ad affrontare le diverse questioni e problematiche legate alla bioetica, fino a rendere ciascuno una sorta di “cellula” del buon consiglio, capace di generare e ri-generare in sé e attorno a sé, nella quotidianità e in ogni ambito di vita, una sempre piú alta consapevolezza e determinazione professionale “trasformativa”.
Il Corso a.a. 2017-2018 “Per una bioetica rinnovata” prevede nove tappe che si svilupperanno, con cadenza mensile, tra novembre 2017 e giugno 2018.
PROGRAMMA
• 11.11.2017 (9.30-13) Dialogo sullo “stato di salute” della bioetica oggi
> incontro aperto anche al pubblico
• 02.12.2017(9.30-13) La vita che nasce: dilemmi e potenzialità
• 13.01.2018(9.30-13) La vita che finisce: dilemmi e potenzialità
• 10.02.2017(9.30-13) L’uomo che soffre, l’uomo che cura
• 10.03.2018 (9.30-13) Etica dell’organizzazione sanitaria
> incontro aperto anche al pubblico
• 14.04.2018 (9.30-13) Persone migranti e nuova bioetica: quale relazione?
• 12.05.2018 (9.30-13) Ambiente e salute: prevenzione e stili di vita
• 09.06.2018(9.30-13) L’uomo di fronte ai limiti naturali della condizione umana
30.06.2018 (9.30-13) Bioetica: orientare l’agire professionale
> incontro aperto anche al pubblico
INFORMAZIONI
> Destinatari
• operatori in ambito sanitario
• membri di comitati etici
• insegnanti, formatori, educatori
• funzionari e dirigenti pubblici
• operatori della comunicazione
> Dispositivo didattico
• 60 ore di attività
• lezioni frontali
• attività di rilettura individuale
• incontro con il tutor
• lavoro di gruppo
• dossier di lavoro personale
• verifica di apprendimento e di verifica
> Iscrizioni
• quota di adesione corso intero: 450,00 euro
> 200,00 euro all’iscrizione
> 250,00 euro a inizio corso
• quota singola giornata: 80,00 euro
• quota per studenti
> 300,00 euro corso intero
> 50,00 euro a singola giornata
• n° massimo iscritti: 40 persone
Riconoscimenti
• attestato finale di partecipazione
• crediti formativi (dove previsti)
TRENT’ANNI di BIOETICA
Dialogo sullo “stato di salute” della bioetica oggi
La bioetica viene da una intensa stagione di scritti vari, di articoli, di manuali, di riviste, ma anche da un periodo di contrapposizioni e di scontri che non sempre hanno aiutato le persone a farsi un’idea chiara delle questioni in gioco.
Oggi la bioetica pare essere entrata anche in una stagione nuova, caratterizzata da nuove sfide e nuove emergenze sociali, economiche ed ambientali, oltre che di giustizia sociale, che stanno riconfigurando lo statuto della vita umana e della salute delle persone e delle popolazioni.
Per questo pare essere giunto il momento di interrogarci sullo “stato di salute” della stessa bioetica: da dove viene, a che punto si trova, dove sta andando, come si muovono i diversi soggetti implicati, quali sono le nuove sfide e le nuove vie da intraprendere, quali occasioni di formazione aperta a tutti possono essere coltivate.
Al Convegno di sabato 11 novembre 2017 (9.30-13) a Padova c/o sede Fond. Lanza in Via Dante 55:
introduce
• BIAGI Lorenzo, Fondazione Lanza, Segretario generale
intervengono
• BARBISAN Camillo, Servizio di Bioetica, Azienda Ospedaliera di Padova
• BUSATTA Lucia, Università di Padova
• DA RE Antonio, Filosofia morale, Università di Padova
• MENEGHELLO Francesca, Ospedale San Camillo, Lido Venezia
• PEGORARO Renzo, Pontificia Accademia per la vita, Roma
coordina
• BERTIN Germano, Rivista “Etica per le professioni”
Per una bioetica rinnovata è il titolo della Scuola di Bioetica che la Fondazione Lanza insieme alla rivista Etica per le professioni lancia quest’anno, all’interno di percorsi “Ethos – Alta Formazione”.
Un percorso qualificato rivolto a un pubblico eterogeneo, vista la complessità e globalità del tema: operatori in ambito sanitario, membri di comitati etici, insegnanti, formatori, educatori, funzionari e dirigenti pubblici, operatori della comunicazione. Ma anche cittadini che si interrogano di fronte ai grandi scenari globali.
Due le motivazioni principali alla base di questo nuovo percorso formativo: in primo luogo la necessità di aprire l’orizzonte e affrontare le questioni di bioetica in termini globali e non esclusivi dell’inizio e fine vita; in secondo luogo proporre una metodologia che permetta di favorire la crescita di una cittadinanza competente, rendendo accessibili a fasce sempre più ampie di cittadini le problematiche bioetiche che nascono a fronte dei grandi cambiamenti sociali, culturali, politici.
Sul tavolo delle questioni bioetiche ci sono, infatti: l’espansione delle disuguaglianze, l’aumento della popolazione e il suo concentramento in grandi metropoli, i movimenti migratori, la riduzione delle risorse per la sanità, il cambiamento climatico e ambientale, i processi di inquinamento, lo sgretolamento dei sistemi sociali e sanitari, gli interrogativi ancora aperti di fronte ai temi del nascere, del morire, del soffrire.
«È il tempo – commenta Lorenzo Biagi, segretario generale della Fondazione Lanza – di cambiare e soprattutto allargare il punto di vista e parlare bioetica globale e di uscire dallo schema tradizionale del bioeticismo, che si sofferma in particolare sull’inizio e sul fine vita. Oggi, considerando i grandi cambiamenti culturali, sociali, ambientali, la bioetica si interroga sulla vita nella sua globalità, in tutte le sue diramazioni e connessioni. Occorre aprire il discernimento bioetico anche a nuovi parametri che ci confermano che la dignità della vita è il risultato di tante determinanti, che oggi si concentrano sulla dimensione sociale, ambientale, multiculturale, sulle nuove fragilità della salute mentale e sulle ricadute sociosanitarie delle vecchie e nuove povertà».
La Scuola di Bioetica inizierà sabato 11 novembre 2017 con un incontro aperto al pubblico che farà il punto sullo “stato di saluto “ della bioetica oggi. Successivamente si articolerà in incontri mensili, il sabato, di una giornata (9.30-16.30) fino al 30 giugno 2018. In tutto sono nove appuntamenti (tre sono aperti al pubblico) per un totale di 60 ore di attività, con lezioni frontali e attività di rilettura individuale, incontro con il tutor, lavori di gruppo, verifica.
L’itinerario formativo proposto si impegna ad accrescere la qualità del discernimento bioetico proponendo l’integrazione tra un insegnamento di squadra, con docenti e formatori che per primi cooperano tra loro, e un apprendimento di gruppo, che passa attraverso una costante e paziente interazione tra i partecipanti sui rispettivi ambiti tematici esplorati.
I contenuti
1. Incontro di inizio della Scuola: dialogo sullo stato di salute della bioetica oggi (11.11.2017)
2. La vita che nasce: dilemmi e potenzialità (02.12.2017)
3. La vita che finisce: dilemmi e potenzialità (13.01.2018)
4. L’uomo che soffre, l’uomo che cura (10.02.2018)
5. Etica dell’organizzazione sanitaria (10.03.2018)
6. Persona migranti e nuova bioetica: quale relazione? (14.04.2018)
7. Ambiente e salute: prevenzione e stili di vita (12.05.2018)
8. L’uomo di fronte ai limiti naturali della condizione umana (09.06.2018)
9. Bioetica: orientare l’agire professionale (30.06.2018)
Metodologia
Ciascuno dei contenuti proposti verrà sviluppato mediante un contributo plurale e cooperativo tra due/tre esperti, ai quali seguirà uno spazio di rielaborazione personale, per poi attivare un confronto di gruppo tra i partecipanti, e infine per orientarsi verso una sintesi pratica nell’assemblea plenaria, dalla quale verrà ricavato un quadro sintetico per favorire nuove pratiche di bioetica.
Ogni incontro sarà accompagnato dalla presenza di tutor appositamente preparati per una prima decantazione e condivisione dei tempi proposti.
Docenti/Relatori
Antonio Autiero, bioeticista, Università di Münster e Fondazione Lanza
Camillo Barbisan, servizio di bioetica, Azienda Ospedaliera di Padova
Antonio Da Re, filosofo morale, Università di Padova
Luciano Flor, direttore generale, Azienda Ospedaliera di Padova
Maria Teresa Gervasi, primario, reparto ostetricia e ginecologia Azienda Ospedaliera di Padova
Renzo Pegoraro, bioeticista, Pontificia Accademia per la Vita, Roma
Giovanni Poles, Unità OC Cure palliative, medico Ulss Veneziana
Vincenzo Rebba, Università di Padova
Francesca Russo, direttore prevenzione, sicurezza alimentare, veterinaria, Regione Veneto
Roberto Tommasi, preside e docente di Filosofia della Facoltà teologica del Triveneto
Francesca Meneghello, IRCS, Lido di Venezia
Lucia Busatta, studiosa in biodiritto, Università di Padova
Valter Giantin, medico geriatra Università di Padova
Francesca Marin, filosofia, Università di Padova
Marco Bonetti, medico, bioeticista, Azienda Ulss 15, Alta Padovana
Giovanni Putoto, medico Medici con l’Africa-CUAMM
Paolo Simioni, presidente OMCO, Padova
Samantha Serpentini, psiconcologa, IOV Padova
Umberto Curi, filosofo, Università di Padova
Paolo Benanti, eticista e studioso di neuroscienza, Pontificia Università Gregoriana
Giorgio Bonaccorso, eticista e studioso di neuroscienze, Istituto Liturgia pastorale Santa Giustina
Luciana Caenazzo, genetista, Università di Padova
La Fondazione Lanza e la Bioetica
La Fondazione Lanza è un centro di ricerca nel campo dell’etica applicata, con attenzione in particolare all’etica fondamentale, alla bioetica, alle questioni ambientali, alle professioni e alla formazione continua. In modo speciale, in questi trent’anni di attività, la Fondazione Lanza è diventata un riferimento per la ricerca bioetica, e ha sviluppato una rete di contatti e di scambi anche con i maggiori centri di bioetica internazionali: l’EACME (The European Association of Centres of Medical Ethics), l’ESPMH (European Society for Philosophy of Medicine and Healthcare), l’ECEN (EUROPEAN CHRISTIAN ENVIRONMENTAL NETWORK).
La Scuola di Bioetica si pone come una delle prime proposte nel cammino di preparazione ai festeggiamenti del trentennale della Fondazione Lanza (1988-2018).
Informazioni
Numero massimo iscritti: 40
Iscrizioni: entro il 30 ottobre 2017
Quota di partecipazione: € 450,00
Informazioni: 049 8756788 | 339 8042075
info@eticaperleprofessioni.it
PER UNA BIOETICA RINNOVATA
INVITO | ISCRIZIONI APERTE | SCUOLA di BIOETICA | Programma 2017 – 2018
” … finalità prioritaria della Scuola è offrire agli iscritti un metodo di apprendimento e un modello didattico che li renda idonei ad affrontare le diverse questioni e problematiche legate alla bioetica, fino a rendere ciascuno una sorta di “cellula” del buon consiglio, capace di generare e ri-generare in sé e attorno a sé, nella quotidianità e in ogni ambito di vita, una sempre piú alta consapevolezza e determinazione professionale “trasformativa” …
si rivolge a
operatori in ambito sanitario, membri comitati etici, insegnanti, formatori, educatori, funzionari e dirigenti pubblici, operatori della comunicazione, cittadini e persone sensibili ai temi della vita e dell’etica civile
Iscrizioni
ISCRIZIONE | SCUOLA di BIOETICA a.a. 2017 – 2018 | Corso “per una bioetica rinnovata”
Presentazione
Premessa La Fondazione LANZA, centro di studi e ricerche in etica applicata sin dal 1988, dopo anni di attività nell’ambito della Bioetica, istituisce una “Scuola di Bioetica” che, attraverso un modulo didattico particolare, punta a coinvolgere non solo gli specialisti o gli “addetti ai lavori”, come bioeticisti e medici, ma punta a coinvolgere quante piú persone possibili per offrire loro strumenti metodologici e argomentativi per renderle capaci di scegliere e agire dinnanzi a questioni e criticità etiche pertinenti i temi della Bioetica.
Un nuovo approccio per un nuovo orientamento in Bioetica
La Fondazione LANZA chiede agli iscritti (tra i destinatari pensa in particolare agli operatori in ambito sanitario, ai membri di Comitati etici, alle persone impegnate nel sociale, agli insegnanti, ai formatori, agli educatori, agli operatori in ambito della comunicazione, ai cittadini attivi e consapevoli, …) la disponibilità a intraprendere un percorso formativo orientato ad accrescere la capacità di analisi, di dialogo e di confronto, prefiggendosi l’obiettivo di incidere non solo a livello personale, ma anche professionale e relazionale, per orientarne l’agire e la capacità di modificare i rispettivi ambiti di vita.
La Fondazione LANZA è convinta e consapevole che la Bioetica oggi è chiamata a riflettere su nuovi scenari globali, ad affrontare nuovi interrogativi, nuove sfide, nuove conoscenze e possibilità per offrire strumenti argomentativi a quanti piú destinatari possibili.
Di fronte alla molteplicità dei problemi bioetici registrati a livello globale, quali l’espansione delle disuguaglianze, l’aumento della popolazione e il suo concentramento in grandi metropoli, i movimenti migratori, la riduzione delle risorse per la sanità, il cambiamento climatico e ambientale, i processi di inquinamento, lo sgretolamento dei sistemi sociali e sanitari, gli interrogativi ancora aperti di fronte ai temi del nascere, del morire, del soffrire, la Fondazione LANZA non propone facili ricette, ma un “percorso di formazione” che attinga contenuti e orientamenti a partire dal vissuto quotidiano.
Discernimento cooperativo e trasformativo per orientare l’agire professionale
La Scuola di Bioetica della Fondazione Lanza, attraverso un graduale e continuo itinerario formativo, offre la possibilità di implementare la propria qualità di discernimento sui temi della bioetica, grazie a un insegnamento di team, dove le diverse figure che conducono la formazione agiscono e si interfacciano tra loro – e con i partecipanti – secondo il modello dell’apprendimento di gruppo: si punta, in particolare, a una costante e attenta interazione con i partecipanti iscritti, attraverso la valorizzazione delle differenti competenze tematico-professionali coinvolte e dei rispettivi ambiti di appartenenza.
Finalità prioritaria della Scuola è offrire agli iscritti un metodo di apprendimento e un modello didattico che li renda idonei ad affrontare le diverse realtà, tematiche e problematiche collegate alla Bioetica fino a rendere ciascuno una sorta di “cellula” (“cellule del buon consiglio”) capace di generare e ri-generare in sé e attorno a sé, nella quotidianità e in qualsiasi ambiente, in modo “trasformativo”.
Il Corso prevede nove tappe (di cui tre aperti anche al pubblico) che si svilupperanno tra novembre 2017 e giugno 2018, con cadenza mensile.
PER UNA BIOETICA RINNOVATA
La Scuola di Bioetica promossa dalla Fondazione Lanza e dalla Rivista “Etica per le professioni” offre la possibilità, attraverso un progressivo itinerario formativo, di implementare la qualità del discernimento su questioni di bioetica.
Apprendimento cooperativo
Grazie a una specifica e innovativa didattica, le diverse figure che conducono la formazione agiscono e si interfacciano tra loro e con i partecipanti secondo il modello dell’apprendimento di gruppo. Attraverso una costante e coinvolta interazione con i partecipanti, si punta alla valorizzazione delle differenti competenze professionali per orientarne l’agire nei rispettivi ambiti di responsabilità.
Cellule del buon consiglio
Finalità prioritaria della Scuola è offrire agli iscritti un metodo di apprendimento e un modello didattico che li renda idonei ad affrontare le diverse questioni e problematiche legate alla bioetica, fino a rendere ciascuno una sorta di “cellula” del buon consiglio, capace di generare e ri-generare in sé e attorno a sé, nella quotidianità e in ogni ambito di vita, una sempre piú alta consapevolezza e determinazione professionale “trasformativa”.
Programma tematico e calendario
Il Corso prevede nove tappe che si svilupperanno, con cadenza mensile, tra novembre 2017 e giugno 2018. La scaletta tematica e il calendario degli incontri è il seguente:
• 11.11.2017 Dialogo sullo “stato di salute” della bioetica oggi > incontro aperto anche al pubblico
• 02.12.2017 La vita che nasce dilemmi e potenzialità
• 13.01.2018 La vita che finisce dilemmi e potenzialità
• 10.02.2018 L’uomo che soffre, l’uomo che cura
• 10.03.2018 Etica dell’organizzazione sanitaria > incontro aperto anche al pubblico
• 14.04.2018 Persone migranti e nuova bioetica: quale relazione?
• 12.05.2018 Ambiente e salute: prevenzione e stili di vita
• 09.06.2018 L’uomo di fronte ai limiti naturali della condizione umana
• 30.06.2018 Bioetica: orientare l’agire professionale > incontro aperto anche al pubblico